“Dicono sempre che il mondo gira al contrario e io non avevo mai capito cosa volesse dire prima di conoscerti.
Prima ti ho sposato, poi ti ho amato, poi ti ho conosciuto e ora siamo estranei.”
Julie è seduta al suo bar preferito, quello con la grande vetrata che si affaccia sulla strada più caotica della città. Milioni di persone che passano, che si specchiano nel riflesso della vetrina dimenticando di essere visti. Un giovane uomo si ferma davanti a lei, a separarli solo un centimetro di vetro semi-trasparente. Sembra fissarla, serio. Julie lo osserva incuriosita, il suo volto, i suoi capelli contrastano con i suoi abiti. “Mi ha sentito” pensa mentre l’uomo si aggiusta i capelli arruffati con una mano veloce, le dita che stirano i capelli al loro passaggio e li costringono ad una piega “classica”. Poi passa entrambe le mani sul volto, come a lavarsi il viso senz’acqua e continua sul vestito, lisciando la giacca e tirandola per il collo per vestirla meglio. Si ferma di colpo e sorride. L’ha vista e le sorride imbarazzato, capendo di non aver scelto il luogo migliore per dare dei ritocchi al suo look, poi la saluta con un impacciato gesto della mano e prosegue per la sua strada sorridendo per il buffo inconveniente. Julie lo segue per un po’ con lo sguardo poi torna a guardare lo schermo del suo pc.
Sospira forte, la parola “estranei” le pesa e spera di mandarla via con un respiro più grosso degli altri, come se una boccata d’aria potesse cambiare le cose.
“Mi chiedo come si possa scambiare tante parole e amore con una persona e rimanere sconosciuti. Eppure è possibile. È successo.”
Le vien difficile distrarsi da chi le occupa costantemente i pensieri, così cerca di sviare e provare dell’odio, del fastidio per qualcos’altro. Per qualcun altro. Prova a ricostruire piccoli ricordi e trovarne il marcio, prova a trovare qualcosa che non va, prova a simulare dei sentimenti.
“Mi sono lasciata circondare da te, dal tuo profumo e dalle tue braccia. Mi sono lasciata svuotare per essere riempita di frasi e parole. Mi sono lasciata convincere dal tuo sorriso. Ed ora sei già fuori dalla mia vita e dai miei pensieri…” e allora perché scriverne?
Julie lo sa, non può bastare un uomo qualsiasi a cancellare anni d’amore. Soprattutto perché l’amore non è finito. Soprattutto perché quest’amore la rende viva, la sazia, la motiva, la sprona ad essere se stessa. Soprattutto perché è un amore felice che non ha bisogno di un bicchiere di troppo per risultare interessante.
Eppure quell’uomo era riuscito a convincerla che l’amore può non essere solo platonico, può non essere solo mentale, può non essere solo teorico. La prendeva per mano in mezzo alla gente e ridevano insieme. Si fermavano all’improvviso e si baciavano. Si baciavano anche tra un passo e l’altro. Essere felice così, con queste poche e semplici cose le ha fatto credere per un po’ che l’amore è meno grande e complicato di quello che si dice in giro.
Julie scuote la testa, come a rinsavire dai pensieri e si guarda intorno per ritornare ala realtà. Seduta ad un tavolo vede una coppia che si bacia. Lei potrebbe essere sua sorella maggiore, le ispira subito simpatia e disponibilità così presa dall’impeto della sua curiosità la osserva senza paura di sembrare maleducata o invadente. Vuole capire cosa lega queste due persone oltre alle fedi indossate. Per quanto ne sa potrebbero essere semplici amanti in fuga da matrimoni infelici. Ma la donna guarda il suo uomo come se non ci fosse nient’altro di più bello al mondo, ne è dipendente, lui è la sua droga, nonostante i difetti e le mancanze che caratterizzano inevitabilmente ogni uomo sulla terra. L’uomo le riempie il bicchiere d’acqua e le sorride come se fosse il primo appuntamento, come se dovesse essere galante per poterla conquistare.
Julie spegne il computer, si sposta dal bancone della vetrata e si siede ad un tavolino, il più vicino a quello della coppia. Un cameriere le si avvicina e lei ordina un tè al ginseng, necessariamente caldo, che richiederà del tempo per raffreddarsi ed essere bevuto, in modo da avere una scusa per rimanere seduta a quel tavolo il tempo necessario per conoscere meglio la coppia felice.
Mentre attende di intrufolarsi silenziosa nei loro discorsi li osserva. Lui le sposta i capelli dal viso e sorridono complici, lei gli blocca la mano e la bacia, se l’avvicina al viso e crea un contatto tra di loro, che va oltre al tatto, va oltre il gesto. Lei lo fa sentire importante, lei è importante. Lo si vede dai loro sguardi. Si vede quel che pensano come se lo stessero raccontando. Julie si sente indiscreta, leggere uno sguardo è il gesto più intimo che compirà oggi, lo sa. Non parlano e così Julie li guarda meglio, non aveva notato che lei ha tra le mani un libro e lui riesce ad essere impegnato contemporaneamente col suo computer. Riescono a condividere il loro tempo, a trasmettersi amore nonostante abbiano altre cose da fare. Riescono ad amarsi nonostante il mondo, nonostante la vita continui, nonostante stiano facendo altro. Riescono ad amarsi senza parlare, senza dirsi nulla, perché il loro amore si sente più forte di quell’uomo che fuori dal bar canta a squarciagola con una chitarra tra le mani.
Il tè è arrivato da un pezzo e ha raggiunto la temperatura perfetta per essere bevuto, mentre Julie non ha ancora una risposta alla sua domanda, così decide di riaprire il computer e finire la lettera.
“Ma oggi ho capito che l’amore può essere eterno o infinitamente breve, tutto sta nell’intensità, tutto sta in quel momento in cui nessuna parola può esplicare quello che pensi, tutto sta nel sorriso che l’altra persona ti provoca. Non un sorriso qualunque, ma quel sorriso che parte dal cuore e dallo stomaco. Ogni volta che con una persona le parole diventano troppe e superflue allora c’è amore. Quando il silenzio va rotto con un abbraccio, un sorriso, un bacio allora c’è amore. Non è mai grande o piccolo abbastanza da non essere chiamato così e non dovrebbe mai spaventare.
Ho capito anche che star qui seduta a scriverne me ne farà perdere molto e che probabilmente domani o tra qualche giorno cambierò idea perché forse l’amore non è uguale per tutti, non è uguale con tutti… quindi per oggi ti ringrazio per l’amore che mi hai donato per poco tempo. So che non lo dimenticherò, magari lo odierò o ne sorriderò, ma sarà sempre con me almeno finchè il tuo profumo rimarrà sui miei abiti.
Julie”


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