Julie's world...

Inizio ogni giorno come se non ce ne fosse stato uno prima e lo vivo come se non ce ne sarà uno poi... J.
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domenica 25 settembre 2011

- I miei pattini per scivolare sopra l'odio -

Ok, ora dimmi cosa vorresti che ti dicessi. Parole da spendere non ne ho, come tempo del resto.
Ho un treno da rincorrere e persone da abbracciare. Non sprecherò dei secondi in più con te, specie oggi che il tempo scorre lento e poi torna indietro.
Ho un piano attualmente. Voglio distruggere, demolire, annientare il mio mondo e crearne uno nuovo, prendere delle emozioni e scontrarle, vedere cosa ne esce, capire che possono fondersi tra di loro e creare una nuova me.
La senti oggi questa malinconia che pervade ogni oggetto, ogni centimetro d’aria? Vedi che tutto sembra anonimo e fermo? Lo vedi il caos statico, immobile che mi circonda?
Allontanati, cambia prospettiva e guardami bene. Non sono la persona che credevi,  ci sono tante cose che non sai di me. E di queste tante io ne conosco solo la metà.
Mi vien da urlare, strapparmi la carne. Non mi sopporto più, non sopporto più le mille patologie con cui ho fatto amicizia recentemente. Come uno di quei prestigiatori vorrei infilare una mano nel cranio come se fosse un cappello a cilindro nero, girovagare un po’ al suo interno e poi tirarne fuori, come mille fazzoletti colorati, pensieri, mal di testa, sogni, speranze, emicranie, pulsazioni, emozioni, strazi.
E poi vorrei essere uno studente di medicina davanti al mio cadavere o il dottor Victor Von Frankenstein in piedi accanto alla sua Creatura, stesa su un lettino, immobile. Vorrei aprire il mio corpo e massaggiare il cuore, i polmoni, dirgli che è tutto ok, sostituire il fegato e qualche altro organo. Aspirare via gli effetti di troppi nervosismi e cattiverie, medicare tutto con amore e poi richiudere il tutto, con dello spago nero, grosso… per ricordarmi sempre lo squarcio che mi sono procurata con le mie stesse mani.
Così ricominciare, come se fossi nuova, come se fossi pulita da ogni male… come se avessero appena aperto la confezione che mi conteneva al negozio.
Come una bambola insomma, un po’ vuota ma pronta ad accogliere tutto l’amore che le si può dare.

Julie.
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