Ero indecisa, avevo deciso di passare dal ferramenta, comprare un lucchetto senza chiavi e chiuderti fuori. Io sarei rimasta dentro me stessa invece, da sola. Ma mi son seduta sul marciapiede, di fronte a quell’enorme muro colorato. Ho tirato su gli occhiali scuri e li ho spostati sulla testa in modo da fermare l’enorme massa di boccoli che puntualmente mi si riversa davanti agli occhi. Ho deciso di non perdermi neanche un secondo dello spettacolo.
Guardo le mie Converse non più bianche come all’acquisto, decisamente vissute, e stringo le braccia attorno alle ginocchia mentre aspetto. Un’ombra mi copre i piedi. Elmetto, occhiali ed un grande martello, sostenuto con entrambe le mani. Eccoti. Mi sorridi, ma mi guardi appena. Guardi il muro con aria di sfida e poi cominci. E io lo vedo crollare mattone dopo mattone e non so se odiarti per aver distrutto un mio lavoro, un lavoro che ha richiesto duro impegno, rinunce e limitazioni o ringraziarti per avermi liberata. Che gran polverone, riesco a stento a vedere tutte le macerie sparse ma intuisco che tu sei già andato via. Lo so, avevi poco tempo da dedicarmi, mi avevi avvertito, ma speravo che facessi solo una crepa nel mio muro o una piccola fessura dalla quale guardare il resto del mondo… non mi aspettavo che lo demolissi, non mi aspettavo di essere lasciata senza difese. Ed ora che sei lontano ed ora che sono come nuda, il mondo mi assale. Mi confonde e mi invita al suo gioco. Un gioco in cui semplici “Si” e “no” detti sottovoce possono sconvolgere qualsiasi equilibrio ed ogni disequilibrio. Guardali mentre lanciano i dadi, mentre si giocano la mia sorte. Mentre si dimenano tra un due di picche e l’altro. Guardali mentre mi tieni per mano nei sogni. Credo che ci sia qualcosa di profondamente sbagliato in tutto ciò, ma non capendo cosa credo che continuerò a godere di ogni momento… mentre tu mi metti nei guai. Mi togli le parole, la mia unica arma. Mi vieti così di spiegare, di raccontare… perché gli sguardi, i sorrisi, i battiti del cuore non si possono mica scrivere.
Julie.


